Lettera aperta

Pubblico una lettera ricevuta via mail da M.M. frequentante il II anno della specialistica di Matematica, con l'intenzione di inviarla alla Provincia in data 2 dicembre per far emergere il punto di vista degli studenti della Facoltà, lasciate pure nei commenti le eventuali correzioni o obiezioni, provvederò a contattare chi di dovere.


Egregio Direttore
in momenti in cui tutti parlano e scrivono della Facoltà di Scienze, è opportuno che anche noi studenti, che viviamo l’ambiente dall’interno, esprimiamo alcune considerazioni sperando di fornire un spunto diverso di riflessione.
Non è la prima volta che la stampa locale, come un avvoltoio sulla preda, si accanisce contro la Facoltà di Scienze e ne sbatte il nome in prima pagina. Ma questa volta la situazione sembra essere diversa. A seguito, infatti, degli avvenimenti dello scorso 18 novembre, ormai a tutti noti, non si fa altro che scrivere e parlare della nostra Facoltà.
Ora, sebbene c’è la volontà (forse) di denunciare scorrettezze subite affinché si susciti l’orgoglio di un territorio e dei suoi abitanti, già lacerato da altri eventi, temiamo che nella testa del lettore si insinui la notizia di una graduale, o peggio ancora, imminente chiusura della Facoltà, contribuendo ad aumentare, in modo vizioso, il clima di incertezza che grava sul suo futuro.
Parliamoci chiaro, non viviamo sulla luna e siamo al corrente che esistono dei problemi che scaturiscono dall’adeguamento a norme ministeriali, ma non accettiamo di farci mettere alla brace e cuocere a fuoco a lento, a causa di miopi visioni dei vertici di Ateneo; piuttosto crediamo che esista una soluzione costruttiva: così guardiamo favorevolmente a tutti i provvedimenti, amministrativi e non, che vertici di Facoltà, enti locali e organismi sociali stanno elaborando per trovarla e far cambiare gli occhiali dei vertici universitari.
Mentre tutto questo accade, all’interno della Facoltà, a parte qualche preoccupazione, non si respira la rassegnazione di chi sta per chiudere: i docenti insegnano, noi seguiamo le lezioni, studiamo e diamo gli esami, dottorandi e ricercatori proseguono il loro lavoro. È un modo se vuole particolare di reagire, atipico rispetto alle usuali e caotiche manifestazioni di piazza, ma che testimonia quanto tutti noi (studenti e professori) crediamo all’importanza di questa Facoltà. Per questo impegno e dedizione la stampa dovrebbe portare rispetto, anziché sbandierare ipotesi catastrofiche.
Troppe volte (basta guardare i fiumi di inchiostro sulla carta stampata di questi anni) e troppo semplicisticamente la nostra Facoltà è stata criticata: “troppi professori, pochi studenti, elevati costi per laboratori...”. È facile affermare, sulla scia di polemiche mediatiche di moda, che 9 studenti hanno a disposizione 12 docenti: peccato che nessuno dice che questi ultimi tengono corsi anche per un’altra sessantina di studenti (altrimenti sarebbe da chiederci cosa se fa ogni italiano di 12 ministri o 945 parlamentari). E poi i corsi di Scienze Dure (Chimica, Fisica e Matematica) sono, purtroppo, poco frequentati su tutto il territorio nazionale – 1 scienziato contro 10 giuristi o 10 letterati – tanto che è necessaria una riflessione profonda nel Paese, che ha bisogno di figure professionali forgiati dalle Scienze, trovandosi costretto ad istituire incentivi economici per incrementare il numero di iscritti. È molto difficile, inoltre, fare ricerca senza spendere soldi per macchinari ed attrezzature di laboratorio: questo è il prezzo necessario per il progresso e la tecnologia, e non farci schiacciare dalle potenze economiche emergenti.
Chi ci perde in tutta questa storia? Con un filo di opportunismo potremmo dire non noi studenti già iscritti, visto che la legge ci tutela permettendoci di concludere i nostri studi, qualunque sia il futuro.
Ci perde l’Università Insubria poiché classifiche alla mano, Scienze Como è un (il) suo fiore all’occhiello (quarta nel settore matematico-informatico e in quello chimico, settima in quello fisico, con altissimi punteggi assoluti, sugli atenei medio-piccoli). Ci perde il tessuto economico comasco che si ritroverà senza risorse umane competenti con una solida preparazione scientifica da investire per un riassetto industriale all’avanguardia. Ci perde la città di Como: perdere Scienze potrebbe essere il primo passo verso la perdita dell’Università, tanto cercata e forse mai troppo coltivata. Cosa ne sarà dello stravagante edificio di via Valleggio, quando terminerà, se nessuno potrà sfruttarne gli spazi? Abbattuto come la Ticosa? Non è possibile neanche convertirlo in un cinema per riempire un altro vuoto culturale della città. E questo testimonia da una parte la chiusura a politiche culturali di ampio raggio per i giovani, consegnando Como al suo destino di città chiusa, vecchia e non attraente, e d’altra parte come prevalga una logica della quantità e dei guadagni a breve termine fondati su effimeri fenomeni di massa, a discapito di investimenti sulla qualità, sfruttabile culturalmente ed economicamente sul lungo periodo.
Sarebbe un vero peccato! Como potrebbe (dovrebbe), partendo dalle sue potenzialità storiche ed ambientali, svilupparsi come una nuova città, trovando una nuova identità nel proporre la formazione di nuove generazioni all’avanguardia in ambito scientifico, e la Facoltà di Scienze è il punto di partenza, la base dell’investimento.
Già oggi, infatti, offre programmi di ottima qualità che garantiscono una formazione di eccellenza, che nulla ha da invidiare a quella delle vicine facoltà milanesi. I docenti vantano un curriculum di ricerca riconosciuto a livello internazionale, come testimoniano i premi di cui sono insigniti; inoltre non si dimenticano della didattica, fatta con passione, e degli studenti che seguono in tutto il percorso di studio: si garantisce così lo sviluppo di un buon rapporto umano tra chi sta da parti opposte della cattedra. La fatica di studiare le scienze esatte è alleviata da un ambiente che risulta molto familiare, dove prevale la collaborazione tra compagni di corso, studenti dei vari anni, studenti e docenti.
È molto frustante, per chi vive orgogliosamente questo ambiente nella quotidianità, vedere quanto non siano riconosciuti l’eccellenza e tutti gli aspetti positivi, ma venga solo esasperata l’incertezza del suo futuro.


Alcuni studenti della Facoltà di Scienze di Como

Informazioni blog

In seguito alla riunione di oggi si è ritenuta un'ottima idea creare un blog di Facoltà, dove poter veicolare velocemente informazioni, idee, proposte, progetti, avvisi, ecc. ecc.

Lascio due indicazioni tecniche sul funzionamento del blog e sulle modalità proficue di utilizzo:
  • la prima cosa da fare è di iscriversi nel riquadro qui a fianco (destra) tra i lettori, è giusto un modo per lasciare traccia della propria presenza e del fatto che al momento si sta seguendo il blog;
  • per postare è necessario che gli amministratori ti invitino, quindi, nel caso fossi intenzionato, non indugiare a contattarci a questa mail scicomo@gmail.com;

Al momento gli amministratori del blog sono alcuni fisici, tuttavia visto che la Facoltà (almeno per il momento) ha anche altri corsi di laurea, sarebbe giusto che differenti CdL fossero presenti nella gestione (badate bene, nulla di impegnativo!), quindi se ci fosse qualche volenteroso si faccia avanti.

A presto

Matteo