Mi scuso innanzitutto con chi non ha ricevuto l'avviso riguardante la modifica del giorno, spero non abbia portato a troppe difficoltà.
Passando al succo, credo che l'incontro sia stato un successo. Dato che la discussione è l'anima della democrazia, non avremmo potuto chiedere di meglio: sappiamo tutti come i canali di comunicazione fra di noi e con l'esterno siano molto labili, e avere la possibilità di parlare faccia a faccia con un buon numero di persone che si sono mostrate molto interessate credo sia il massimo potessi chiedere.
Quindi vi ringrazio per la partecipazione, e vi propongo una bozza per una lettera ai giornali. Fate sapere cosa ne pensate, se volete cambiare qualcosa, tutto, o niente. Ecco qui (ho separato le varie frasi; non fatemi le pulci su maiuscole e grammatica, quelle si sistemano):
Dopo l'ultima delibera del senato accademico dell'Insubria, che ha fatto molto discutere, si sono sentite dichiarazioni dai più svariati contenuti.
La cosa curiosa è che nessuno ha ancora proposto nero su bianco un programma per affrontare la situazione, o forse più importante pochi hanno detto a chiari termini cosa desiderano si faccia della facoltà di scienze como.
È importante tenerla aperta, chiuderla, cercare di accorparla a un'altra università?
Curioso anche come alcuni esprimano la necessità di avere una facoltà scientifica di alta qualità sul territorio.
Ma noi abbiamo già l'alta qualità richiesta, lo testimoniano svariati studi che riportano come la nostra facoltà di scienze como sia tra le prime in tutt'italia per la ricerca; e come la didattica sia di ottimo livello è dimostrato dagli incarichi importanti che ricoprono i nostri laureati in università italiane e straniere.
Allora, abbiamo la qualità richiesta e vogliamo che la facoltà continui a vivere? Lo si dica chiaramente! Si ritiene la facoltà non necessaria, o troppo costosa? Non si gridi a una bassa qualità che non avrebbe permesso alla facoltà di svilupparsi.
È opinione condivisa che, per quanto buone siano didattica e ricerca, ci sia qualcosa che non va nella facoltà, che avrebbe dovuto crescere maggiormente e avere un maggiore impatto sul territorio. Perché invece che continuare a farlo notare, non si cercano le cause di questo problema?
Sarebbe sicuramente molto produttivo individuare le scelte sbagliate e dare credito a chi invece si è reso promotore di decisioni che hanno portato beneficio, e stilare un programma atto a risolvere i guai provocati dalle prime, e dare credito agli ideatori delle seconde.
Siamo consapevoli degli sforzi fatti dagli enti locali, soprattutto degli investimenti per le infrastrutture, che si completeranno proprio in questi anni.
Chiediamo a chi è interessato alla nostra esistenza di farsi avanti, e discutere con gli enti competenti un ulteriore investimento di risorse preposto all'attuazione di un piano a lungo termine di collaborazione col territorio.
Proponiamo l'istituzione di borse di studio in numero superiore all'unità, in particolare per incentivare le figure professionali più richieste attualmente nelle zone di como e limitrofe.
Proponiamo una più stretta collaborazione tra gli enti locali, le industrie e i docenti e ricercatori dell'università per frequenti iniziative di innovazione, ricerca e sviluppo.
Chiediamo infine una volontà di innovazione che non si fermi all'eccellenza dei settori tradizionali, come la chimica tessile, ma che valorizzi tutta l'offerta scientifica dei laureati della nostra facoltà.
3 commenti:
Direi anche che chiediamo anche una maggiore comunicazione con l'esterno (giornali), che si sappia cosa succede dai diretti interessati, non da voci di corridoio!
perfettamente d'accordo dobbiamo mettere in chiaro le opinioni di tutti
c'e' da valutare anche come raggiungere una maggiore comunicazione interna..
comunque sembra che alla gente manchi quella sana e ragionevole incazzatura a favore di una piu' "democratica" anestesia del dissenso.
io farei un po' piu' rumore,in maniera intelligente dico
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